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Il settore del latte alimentare confezionato sviluppa un giro d’affari pari a 2.258,3 milioni di euro e rappresenta il 13,4% dell’intera produzione complessiva a valore del lattiero-caseario, stimata in 16,85 miliardi di euro. Sono circa 110 le aziende che producono...
Il settore del latte alimentare confezionato sviluppa un giro d’affari pari a 2.258,3 milioni di euro e rappresenta il 13,4% dell’intera produzione complessiva a valore del lattiero-caseario, stimata in 16,85 miliardi di euro. Sono circa 110 le aziende che producono latte alimentare. La maggior parte delle aziende a specializzazione lattiera produce anche panna, sia fresca che UHT e, più marginalmente, burro.
L’attuale scenario macroeconomico nazionale e mondiale è fortemente condizionato dall’evoluzione della guerra tra Russia e Ucraina con le conseguenze che ne susseguono a partire dal forte impatto sui mercati globali delle materie prime. L’effetto delle sanzioni imposte dall’occidente alla Russia, considerata l’importanza del Paese come fornitore globale di risorse naturali, nel corso del 2022 ha fatto lievitare in maniera importante i costi dei fattori di produzione delle aziende, quali i costi dell’energia, già alti prima dello scoppio della guerra, ma anche i costi delle materie prime, incidendo inevitabilmente su margini e redditività. Le conseguenze per il settore lattiero-caseario si sono manifestate attraverso una forte crescita dei prezzi degli alimenti zootecnici, dei concimi e dell’energia che ha portato alla chiusura di diverse stalle e all’aumento delle macellazioni di vacche, con l’effetto di un ridimensionamento dei volumi di produzione di latte crudo nazionale, un forte incremento delle quotazioni del latte e un sensibile aumento di tutti i prodotti settoriali.
Nello specifico, il settore del latte alimentare mostra nel 2022 un incremento dei consumi interni a valore dell’11,1%, dovuto esclusivamente all’incremento dei prezzi dei prodotti finiti, e a un ridimensionamento in termini reali con dinamiche diverse a seconda del segmento.
Il settore risente della modifica strutturale nelle abitudini d’acquisto delle famiglie italiane, con un calo della quota di italiani che consuma latte, dinamica di lungo periodo, su cui incide non solo il contesto mutato ma anche gli effetti di prolungate campagne denigratorie e fake news che colpiscono la reputation del latte.
Sul consumo di latte impattano anche le dinamiche demografiche: le nuove nascite si riducono anno su anno con effetti importanti, amplificati da altri fenomeni demografici come invecchiamento della popolazione, diminuzione della fascia giovanile e spopolamento. Nel 2022 si è assistito a un nuovo record negativo italiano: meno di 393 mila nuovi nati in un anno. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184 mila nati.
L’andamento demografico, il rallentamento della dinamica migratoria, i profondi mutamenti nella società e negli stili di vita, la perdita del potere d’acquisto a causa del momento di forte inflazione, oltre che informazioni fuorvianti sul latte, sono tutti fattori che contribuiscono a spiegare l’evoluzione dei consumi nel tempo.
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