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Perché scegliere la blockchain

Garantire la tracciabilità, la trasparenza, di chi vuole “raccontare la storia” del proprio prodotto evidenziando la propria affidabilità. Le applicazioni della blockchain nella filiera lattiero casearia possono essere molteplici: dalla decentralizzazione, al controllo condiviso, all’immutabilità del dato e alla conservazione...

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Garantire la tracciabilità, la trasparenza, di chi vuole “raccontare la storia” del proprio prodotto evidenziando la propria affidabilità. Le applicazioni della blockchain nella filiera lattiero casearia possono essere molteplici: dalla decentralizzazione, al controllo condiviso, all’immutabilità del dato e alla conservazione delle informazioni. Le approfondiremo nella seconda giornata del Convegno digitale LattePiù, mercoledì 25 maggio.

Trasparenza, sicurezza e fiducia. Sono le tre parole che definiscono il successo di una tecnologia che si appresta a diventare un punto di svolta per cittadini e imprese basata su un registro digitale e nata per le transazioni finanziarie in bitcoin, in cui è necessario tracciare e rendere sicuro ogni passaggio.

Stiamo parlando della blockchain cioè la “catena a blocchi”, una sorta di database diffuso, ovvero una base di dati distribuita, condivisa tra più computer – chiamati nodi – connessi alla rete (secondo una definizione del portale blockchain4innovation), che si avvale di un protocollo condiviso dalle parti e i cui dati non sono modificabili in modo retroattivo né eliminabili. Non esiste un controllore delle informazioni, ma ogni nodo è garante della correttezza di quanto inserito. Il registro, pubblico, è crittografato per renderlo inviolabile, quindi sicuro. Dalla definizione ancora si stenta a capire quanto questa nel prossimo futuro influenzerà la vita del cittadino e allora ricorriamo alle dichiarazioni di intenti.

Per dirla con l’Europa, in cui 27 Paesi hanno fondato l’European Blockchain Partnership (EBP) per favorire la diffusione di soluzioni basate sulla tecnologia blockchain in diversi campi, dalla pubblica amministrazione al settore privato, “blockchain è una grande opportunità per ripensare i sistemi di informazione, promuovere la fiducia degli utenti e la protezione dei dati personali, contribuire a creare nuove opportunità di business e stabilire nuove aree di leadership, a vantaggio dei cittadini, dei servizi pubblici e delle aziende”.

Un vantaggio per il Made in Italy

Secondo molti osservatori sarebbe la tecnologia giusta per proteggere all’estero i nostri proteggere i nostri prodotti d’eccellenza. Darebbe finalmente quella protezione sulla sicurezza dell’origine – e dunque un vantaggio competitivo – per combattere i fenomeni di contraffazione.

Cesare Baldrighi, ex Presidente Origin Italia, organismo delle Associazioni dei Consorzi relativi a segmenti di prodotti a denominazione specifici, vista la necessità di veicolare le informazioni in modo preciso, spera in un approccio tecnologico semplice, per realtà che sono molto diverse fra loro con possibilità e competenze non sempre confrontabili, per non creare difficoltà alla gestione quotidiana dei problemi produttivi.

Sugli aspetti tecnici si gioca in effetti gran parte della partita. Secondo Alberto Frausin, presidente di GS1 Italy, l’associazione che riunisce 35mila imprese di beni di consumo, c’è la necessità di definire uno standard operativo comune, sottolineando come già il codice a barre con le opportune modifiche – come l’aggiunta di alcuni numeri che identifichino direttamente un prodotto – potrebbe rappresentare la soluzione ideale per facilitare a livello nazionale le operazioni di recall in un’ottica di gestione della sicurezza e garantire invece in ambito export l’origine italiana di qualità.

La blockchain si prefigura quindi come uno strumento digitale potente in grado di offrire quelle garanzie che tanto il sistema della sicurezza alimentare quanto il consumatore devono e vogliono avere a patto di sviluppare le giuste competenze, per creare valore per la filiera e per il consumatore finale.

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31/03/2022

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